Terzo mistero della Gioia: La nascita di Gesù - con meditazioni tratte dai testi di Maria Valtorta adoriamo il Signore con la preghiera, ringraziamo il Signore con la preghiera, abbracciamo il Signore con la preghiera La Santissima Trinità

MISTERI DELLA GIOIA

Terzo Mistero
La nascita di Gesù



Maria sorride d’un buon sorriso e, facendo meno rumore di quanto ne può fare una farfalla che si posi su una rosa, si mette seduta e da seduta in ginocchio.
Prega con un sorriso beato sul Volto.

Maria leva il capo come per una chiamata celeste e si drizza in ginocchio di nuovo.

Ella alza il Capo che pare splendere nella luce bianca della luna, e un sorriso non umano la trasfigura.

Intorno a Lei la luce cresce, cresce, cresce.

Pare scenda dal Cielo, pare emani dalle povere cose che le stanno intorno, pare soprattutto che emani da Lei.

La luce si sprigiona sempre più dal Corpo di Maria, assorbe quella della luna, pare che Ella attiri in sè quella che le può venire dal Cielo.
Ormai è Lei la Depositaria della Luce.
Quella che deve dare questa Luce al mondo.
E la luce cresce sempre più.
È insostenibile all’occhio.

In essa scompare, come assorbita da un velario d’incandescenza, la Vergine ……… e ne emerge la Madre.

Giuseppe, che, quasi rapito, pregava così intensamente da esser isolato da quanto lo circondava, si scuote, e dalle dita strette al viso vede filtrare la luce strana. Leva le mani dal viso, alza il capo, si volge. Il bue ritto in piedi nasconde Maria.

Ma Ella chiama: Giuseppe, vieni.

Giuseppe accorre.

E quando vede si arresta, fulminato di riverenza, e sta per cadere in ginocchio là dove è.

Ma Maria insiste:

Vieni, Giuseppe
e punta la mano sinistra sul fieno e, tenendo con la destra stretto l’Infante, si alza e si dirige a Giuseppe, che cammina impacciato per il contrasto fra il desiderio di andare e il timore di essere irriverente.

Ai piedi della lettiera i due sposi si incontrano e si guardano con un pianto beato.

Vieni, chè offriamo al Padre Gesù, dice Maria.

E, mentre Giuseppe si inginocchia, Ella, ritta in piedi fra due tronchi che sostengono la volta, alza la Sua Creatura fra le braccia e dice:

Eccomi.

Per Lui, o Dio, ti dico questa parola.

Eccomi a fare la Tua Volontà.

E con Lui io, Maria, e Giuseppe, mio sposo.

Ecco i Tuoi servi, Signore.

Sia fatta sempre da noi, in ogni ora e in ogni evento, la Tua Volontà, per Tua Gloria e per Amor Tuo
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Litanie lauretane
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